L'innamoramento e l'amore romantico
Una nuova relazione, con il periodo iniziale dell'innamoramento, permette di proiettare nell'altro il desiderio di una felicità assoluta e totale. Il nuovo, in quanto ignoto, si presta a questa proiezione: si tratta della costruzione di un Paradiso artificiale momentaneo. La comunione di vita implica la conoscenza della realtà della persona e ogni conoscenza rivela difetti e imperfezioni delle creature e anche il fatto che esse sono soggette alla legge del mutamento: tutto cambia, la bellezza e la giovinezza sfioriscono ma anche il carattere è soggetto al cambiamento. Scott Peck scrive che l'amore romantico è una delle più grandi illusioni:
Il grande ideale americano di amore romantico crede che sia possibile per Cenerentola cavalcare col principe verso un tramonto.... "-. Chiunque crede "- (…) che in un rapporto l'amore romantico non debba finire mai è destinato a una delusione dopo l'altra. Ritengo infatti che uno dei maggiori problemi di questa e di altre culture sia la ricerca di Dio nell'ambito dei rapporti di amore romantico tra umani. Quel che facciamo è guardare al coniuge o all'amante come a un dio. Cerchiamo nel coniuge o nell'amante colui o colei che possa soddisfare tutti i nostri bisogni e tutte le nostre aspirazioni, che ci porti a un durevole Paradiso in terra. E non funziona mai. Tra i motivi per cui non funziona – che si sia consapevoli o meno di ciò che si fa – c'è la violazione del primo comandamento che afferma:- Io sono il Signore Dio tuo, e non avrai altro Dio all'infuori di me -. Tuttavia è molto naturale fare così. E' naturale voler avere un Dio tangibile, qualcuno che non solo possiamo vedere e toccare ma che possiamo anche afferrare, abbracciare, con cui possiamo dormire e che forse possiamo persino possedere. Così continuiamo a cercare nel coniuge o nell'amante un dio e facendolo dimentichiamo il vero Dio.
L'amore romantico non funziona mai perché non appartiene alla realtà dei rapporti umani, esso è il surrogato di un'esigenza religiosa che non ha trovato o che ha smarrito la propria consapevolezza: nasce dal tentativo di attribuire ad una creatura umana un valore di infinità, dal tentativo di concentrare su questa il desiderio insoddisfatto di perfezione e di infinito. Quando il desiderio di realizzare il perfetto abbandono nell'amore viene cercato non in Dio ma nelle creature, il cuore dell'uomo diventa inquieto e questo può indurre ad una ricerca quasi morbosa di rapporti sentimentali o sessuali che tuttavia non sono in grado di soddisfarlo.
S. Agostino, che prima della conversione confessava di non poter dormire in un letto senza una donna, scrive:"Ci hai fatti per Te, Signore, e il nostro cuore sarà irrequieto fin quando non si abbandonerà in Te."
Ivana del
Team Cantico